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La Lavanda e le sue proprietà
La lavanda è stata studiata molto bene a livello scientifico. Sono stati isolati complessivamente 280 componenti. La composizione dei vari elementi non dipende soltanto dal tipo di pianta utilizzato. È anche importante sapere dove viene coltivato, quando viene raccolto e quali processi di trasformazione avvengono. Esistono tuttavia alcuni componenti propri di tutti i tipi di lavanda.
Essi sono:
- linalilacetato
- Linaloolo
- canfora
- cineolo.
Linalilacetato - Effetto rilassante e tonificante della lavanda
La sostanza più importante per i suoi effetti terapeutici contenuta nella lavanda è il linalilacetato. Esso appartiene al gruppo degli esteri ed è uno dei principali responsabili del caratteristico profumo della lavanda.
Si suppone che gli esteri, unitamente ad altre sostanze, stimolino la produzione di serotonina nel cervello.
La serotonina è un ormone, dunque una sorta di messaggero chimico proprio dell'organismo, che agisce molto positivamente sull'umore e sullo stato generale di salute; sembra che lo stress e la sovrabbondanza di stimoli abbassino il tasso di serotonina nell'organismo. Una carenza di serotonina può provocare dei disturbi, come tra l'altro ogni sorta di disturbo di origine nervosa: dai mal di testa ai problemi del tratto digerente, dai disturbi cardiocircolatori fino ai disturbi del sonno e dell'alimentazione. L'essere continuamente sottoposti a una sovrabbondanza di stimoli, come accade effettivamente oggigiorno a tutti noi, adulti e bambini, può provocare accanto al nervosismo anche aggressività e mancanza di concentrazione. Laddove si assommano i problemi non si è lontani dai sintomi depressivi.
Ed ecco come può aiutare il linalilacetato, che agisce così: ridona la calma, alza il tono dell'umore, rilassa e scioglie le paure.
La percentuale di questa sostanza contenuta in un olio essenziale di lavanda viene stabilita da un esame dei gas e del colore. La farmacopea tedesca prescrive esattamente per ogni varietà di essenza di lavanda quali sostanze, e in quali quantità essa debba contenere.
Come abbiamo già rilevato, il tasso di esteri contenuto in un'essenza viene comprovato a parte: quanto più la pianta è cresciuta ad un'altitudine elevata, tanto più elevato sarà il tasso di esteri.
Un'essenza efficace a scopi terapeutici deve contenere almeno il 35% di linalilacetato; le essenze migliori ne possono presentare più del 45%.
Linaloolo - Il killer dei microbi
Nell'essenza di lavanda è contenuta un'altra sostanza in percentuale altrettanto notevole: il Linaloolo. Questa sostanza appartiene chimicamente agli alcoli monoterpeni e ha una straordinaria efficacia antimicrobica, combatte cioè contro batteri, virus e funghi. Il Linaloolo è responsabile del fatto che l'essenza di lavanda abbia un'azione: antinfiammatoria, rigenerante, antisettica.
Se ne può anche tranquillamente fare un uso interno, non danneggia la flora intestinale.
Canfora e Cineolo - Il corroborante
In misura minore, ma ancora efficace, contribuiscono a determinare la tipica azione terapeutica della lavanda altre due sostanze, che, a seconda della percentuale in cui sono presenti, danno all'essenza corrispondente un timbro molto peculiare, sia nel profumo sia negli effetti. Parliamo della canfora e del cineolo, altrimenti detto eucaliptolo. Chimicamente la canfora è annoverata tra i monoterpeni, il cineolo tra gli ossidi. Anche queste sostanze hanno una comprovata azione antisettica, tuttavia è certamente più importante la loro azione: rinvigorente, stimolante, espettorante, antispastica, antipiretica.
L'olio essenziale di lavanda ha dunque una composizione chimica così peculiare da renderlo un tonico del tutto eccezionale. L'essenza di lavanda rilassa e rinvigorisce allo stesso tempo!
Olio extra vergine di oliva - elisir cosmetico già dai tempi degli egizi
L'origine della pianta dell'Olivo, della famiglia delle Oleaceae, si perde nel tempo. Fin dall'antichità l'olio vergine d'oliva era considerato un dono della natura prezioso ed insostituibile.
Gli Egizi ed i Greci attribuivano la sua origine all'intervento degli dei e ne sfruttavano a fondo le grandi proprietà alimentari, curative e cosmetiche.
La coltivazione dell'Ulivo si fa risalire al IV millenio a. C., nell'area del Mediterraneo orientale. Nei paesi occidentali l'Olivo si diffuse più tardi, prima a Creta e in Grecia, poi in Egitto; in reperti egizi esistono tracce di prodotti curativi e cosmetici in cui stato rinvenuto olio di oliva, in particolare nel papiro egiziano Ebers, di contenuto medico e scientifico, si trova una ricetta antirughe a base di olio d'oliva per la cura della pelle delle belle egiziane, nella quale venivano incorporati latte e, finemente tritati, grani d'incenso, cera e bacche di cipresso; una volta amalgamato il tutto, il trattamento di bellezza si prolungava per almeno sei giorni consecutivi, e il risultato doveva essere certamente efficace.
Nel IV sec a. C. si ritiene sia giunto a Roma, poi in Spagna, Nord Africa e Francia. Gli antichi medici Galeno, Plinio il Vecchio, proponevano ricette a base di quest'olio, che veniva utilizzato per massaggi, frizioni e come veicolo per vari medicamenti. Ippocatre padre della Medicina - lo usava da solo o impastato con erbe come medicamento principe. Molte ricette dell'antica Roma per la salute e la bellezza, erano basate sui poteri dell'olio vergine d'oliva: cosmetico ideale per la pelle, balsamo per i capelli, unguento lenitivo, protettore della salute e della giovinezza.
I massaggi con olio d'oliva erano comuni per rilassare i muscoli degli atleti greci o, a Roma, dopo una seduta alle terme, per ritrovare vigore. E così, attraverso i secoli l'olivo ha mantenuto un ruolo importante nei preparati della medicina popolare, principi basilari che oggi riscopriamo e che guardano alla natura come inesauribile fonte di virtù salutari;
Dal punto di vista chimico , l'olio di oliva è un lipide che contiene, sotto forma di gliceridi, acido oleico in preponderanza, quindi acido linoleico (polinsaturo), e altri acidi polinsaturi in minore quantità e saturi. Questi preziosi acidi grassi hanno funzione emolliente, restituiva, protettiva cutanea.
Nell'olio sono contenuti polifenoli, noti quali specifiche sostanza antiossidanti naturali e questo spiega perché, pur contenendo una marcata frazione di acidi grassi insaturi, questo lipide resiste all'ossidazione spontanea meglio di altri oli vegetali (di Mais, di Girasole, di Arachidi ecc). La frazione polifenolica dell'olio di oliva è costituita da una complessa mistura la cui natura chimica non è stata ancora del tutto ben studiata, in genere, la letteratura scientifica elenca tra questi componenti il tirosolo, l'idrossitirosolo, l'europeina, oltre ad acidi fenolici. L'azione di queste sostanze, a funzione antiossidante, previene la lipossidazione delle cellule, grazie alla cattura dei radicali liberi dannosi.
Nella frazione insaponificabile sono presenti squalene, steroli, lecitina e carotenoidi, sostanze simili alla struttura del sebo e pertanto in grado di ripristinare la frazione grassa del film idrolipidico cutaneo. Grazie all'elevato contenuto in acidi grassi l'olio d'oliva risulta efficace anche per il nutrimento delle pelli grasse. Inoltre in ragione del poter di assorbimento dei raggi UV di fascia alta (vicino ai 300 nm) è consigliato anche per la formulazione di creme protettive solari. |
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